mercoledì 30 novembre 2016

Vino rosso, nemico della carie!



Rallenta la proliferazione dei batteri, riduce il pericolo per i denti



Vino rosso, ma con moderazione: la bevanda può infatti proteggere i denti dalla carie.

Questo il messaggio di una ricerca del Consiglio Nazionale di Ricerca (Spagna), diretta dalla dottoressa Maria Victoria Moreno-Arribas e pubblicata sul “Journal of Agricultural and Food Chemistry”.

Bersaglio del lavoro, la carie: insieme ad altri problemi dentali, colpisce circa il 60% della popolazione mondiale. Il problema si aggrava di fronte ai bio-film: comunità di batteri che danneggiano i denti con placca ed acido.

In cerca di una soluzione, il team iberico ha condotto test in laboratorio, creando bio-film di batteri ed immergendoli poi in composti di vino rosso, vino rosso senza alcol, vino ed estratto di semi d’uva e acqua con 12% di etanolo.

Risultato, il vino in tutte le sue forme si è mostrato capace di rallentare la proliferazione e distruggere i batteri. E questo grazie ai polifenoli presenti nei semi e nell’uva.

Cauto ottimismo da parte degli studiosi: nonostante i risultati debbano essere confermati, è ragionevole pensare che un bicchiere di vino rosso possa aiutare la salute dentale. Ed, in futuro, pensare ad un rimedio anticarie più efficace degli attuali. Come ricorda la dottoressa Moreno-Arribas, contro i bio-film, acqua, spazzolino e dentifricio hanno effetto limitato. Miglior risultato coi colluttori, che però possono alterare le gengive e rovinare la percezione degli alimenti. Allora, un possibile futuro prodotto a base di vino rosso potrebbe essere la soluzione, capace tanto di tutela quanto di rispetto del cavo orale.
(Articolo di Matteo Clerici)

lunedì 21 novembre 2016

Gli Aromi nel Vino

L'origine degli odori nel vino può derivare dall'uva, in questo caso si parla di odore o aroma primario, a questa categorie di odori appartengono gli odori di frutta e di fiori. Nel caso in cui l'odore si formi durante la fase di fermentazione si parla di odore o aroma secondario, ad esempio gli odori di lievito, alcuni odori fruttati. Infine, nel caso in cui l'odore si formi durante la fase di invecchiamento del vino si parla di aroma terziario o bouquet, ad esempio gli odori della botte: vaniglia, legno, tostatura.

Aromi primari

Gli aromi dell'uva sono contenuti nelle foglie, nella polpa e nella buccia degli acini. A seconda del grado di maturazione dell'uva, possono cambiare parecchio. Responsabili di questi odori sono dei composti chimici, detti oli essenziali, di natura complessa. Si tratta di composti di per sé poco solubili in acqua, ma la loro solubilità è favorita dalla presenza degli zuccheri. Per tale ragione le uve aromatiche sono solitamente quelle più zuccherine (ad esempio le uve Moscato, Malvasia, Sauvignon, Traminer). Questi composti reagiscono facilmente con l'ossigeno presente nell'aria e si convertono in composti meno odorosi. Per tale ragione i vini aromatici vanno gustati preferibilmente giovani e con l'invecchiamento assumono un odore "svanito".

Aromi secondari

Questi odori si sviluppano durante la fase di fermentazione e dipendono molto dal tipo di lieviti adoperati, dalla modalità di fermentazione e dalla composizione del mosto. Secondo alcuni studiosi questi aromi derivano da sostanze proteiche presenti nell'uva che durante questa fase si scindono in aminoacidi e successivamente in ammoniaca e alcoli. Alcuni vini prendono il loro odore caratteristico durante questa fase.
Durante la fermentazione, inoltre, si forma l'anidride carbonica (gassosa) che si evolve dal mosto. Se la fermentazione avviene molto velocemente il gas fuoriesce in maniera tumultuosa e trascina con se le sostanze odorose, in quanto sono facilmente volatili.

Aromi terziari

Gli aromi terziari si formano durante l'invecchiamento del vino, e sono dovuti a reazione di alcune specie presenti prima con l'ossigeno atmosferico (processi di ossidazione), e poi con altri composti. Già Pasteur nel secolo scorso aveva dimostrato che in completa assenza di aria i vini mantengono le caratteristiche dei vini giovani.
L'ossidazione degli alcoli è la reazione fra questi e l'ossigeno per formare aldeidi e successivamente acidi (dall'ossidazione delle aldeidi). A temperatura elevata si può formare l'aceto.
Le aldeidi formate reagiscono con l'alcool presente nel vino formando dei composti detti acetali dall'odore spesso intenso e gradevole, questa reazione si chiama acetalizzazione. Un esempio tipico è l'odore di Cognac che si avverte in certi vini bianchi invecchiati.
Gli acidi formati reagiscono con l'alcool presente nel vino per dare gli esteri, questa reazione prende il nome di esterificazione e caratterizza il profumo di molti vini. Se si formano troppi esteri l'odore diventa sgradevole e ricorda quello di alcuni solventi dello smalto per unghie (acetato di etile).
La resinificazione è un processo non ancora del tutto noto. Probabilmente è dovuta a fenomeni di estrazione (solubilizzazione) di composti contenuti nel legno della botte da parte dell'alcool presente nel vino. E' un processo caratteristico dei vini bianchi liquorosi molto alcolici, lasciati a temperature superiori ai 20°C e conferisce un odore caratteristico di catrame (ad esempio nei vini Madera, Marsala, Porto, Jerez, e nei vini cotti). Nei vini da pasto è considerato un difetto e si definisce aroma di maderizzato marsalato.

venerdì 18 novembre 2016

"... sa di tappo?"

"Se un tappo sa di tappo, il vino sa di tappo; 

se un tappo sa di vino, il vino sa di vino"

???????

Molto spesso il problema è proprio nel sughero, o meglio in un particolare fungo presente all’interno di questa sostanza naturale capace di rovinare il vino. 
A tal proposito siete quindi autorizzati a irridere tutti coloro, e sono tanti, che continuano a millantare sentori di sughero anche quando si apre una bottiglia sigillata con un tappo sintetico.
In realtà un epic fail di questo tipo si presta a una serie di altre considerazioni. Esiste un ampio ventaglio di cattivi odori e sapori all’apertura di una bottiglia che non può essere ridotto alla dicotomia “sa di tappo”, “non sa di tappo”. 
Ad esempio, il vino può assumere sentori simili a quelli “di tappo” in seguito al passaggio all’interno di botti e barriques costruite con legno di scarsa qualità o mal stagionato: in questo caso soltanto un enologo esperto sarebbe in grado di percepire la differenza. 
Attenzione poi alla sterilizzazione dei tappi con l’uso di perossidi: se un residuo di questi composti entra in contatto con l’anidride solforosa aggiunta durante l’imbottigliamento può causarne l’ossidazione, generando un odore e un sapore simili al gusto “di tappo” anche quando il sughero è perfettamente sano.
Spesso all’origine di un’alterazione del vino vi sono la superficialità e l’inefficienza: tubature e pompe di travaso non perfettamente igienizzate e tappi conservati in ambienti umidi sono due esempi di negligenza che possono costare cari. Molto frequenti sono anche i sapori di terra o di muffa, causati dall’utilizzo di uve non in perfette condizioni sanitarie.
In sostanza è bene ricordare che le origini dell’anomalia comunemente catalogata come “odore di tappo” sono molteplici, così come molteplici sono le soluzioni, che però dovrebbero avere tutte lo stesso comune denominatore: la ricerca della qualità in ogni componente e in ogni fase della produzione e della preparazione di un vino.

giovedì 17 novembre 2016

... dell'uva, non si butta via nulla... ma anzi!

Che l’uva e la vite siano prodotti naturali di bellezza che aiutano il corpo e la mente a stare bene, non è di certo una novità!!
Così come l'’utilizzo delle vinacce per il benessere personale, noto sin dall’antichità. Esse infatti contengono i "tannini antociani" utili per i problemi circolatori e la fragilità capillare, i "flavonoidi" che agiscono come disinfiltrante sui tessuti, i "tannini condensati" che regolano la formazione delle fibre di collagene e le "mucillaggini" che regolamentano il tratto intestinale limitando l’assorbimento degli alimenti. 


La vinaccia, ottenuta dalla pressione dei grappoli d’uva, si presenta, quindi, come un elemento completo, un antiossidante naturale, un ottimo rimedio per tutti i problemi di circolazione. Per le gambe pesanti delle persone costrette a stare molto in tempo in piedi, per i problemi di couperose del viso e di piccoli ematomi sulle gambe dovuti alla fragilità capillare e nella lotta alla cellulite.

... e allora non vi rimane che aspettare... importanti e "rigeneranti" novità stanno per arrivare!!!

#stay #tuned 

lunedì 14 novembre 2016

Curiosità sul vino!


Perché le bottiglie di vino sono da 75 centilitri ?
Questa unità di misura ci arriva dagli inglesi che misuravano il volume in galloni imperiali.
Ogni gallone valeva 4,5 litri. Ogni cassa di vino conteneva 2 galloni, che divisa in 12 bottiglie dà come risultato 75 centilitri ognuna.

Gli ungheresi non finiscono mai il loro bicchiere
E' un proverbio poco noto in Italia ma diffuso all'estero, che nasconde la storia di uno dei migliori vini ungheresi: l'Eszsencia.  Si trattava di un succo d'uva appena fermentato, dolce, liquoroso e sciropposo tanto che le sue ultime gocce restavano inaccessibili sul fondo del bicchiere, nonostante la voglia di finirlo!

Un tappo di Champagne può arrivare fino a 106 km all'ora
E' stato un record realmente battuto, mentre normalmente la velocità constatata per un tappo di Champagne è di circa 65 km all'ora. 
Una velocità sufficiente a rompere il vetro di una finestra o per ferire qualcuno, ma non ai livelli del servizio dei giocatori di tennis.

In Irlanda vino si dice "fion"
Il mondo è pieno di modi di dire per definire il vino. Per esempio in Vietnam si dice "rou" e in Ungheria "bor".

Il primo vino che fu bevuto in America era spagnolo
Fu nel 1942 grazie a Cristoforo Colombo, e più tardi con Magellano: i navigatori portarono con sé litri e litri di vino di Jerez in barrique, già molto apprezzato all'epoca, ma soprattutto capace d'invecchiare senza ossidarsi.

Il Paese in cui si beve più vino al mondo è il Vaticano
Le statistiche a volte sono ingannevoli, quando rapportano il quantitativo di vino consumato per ogni abitante: è il Vaticano ad essere in testa!
Logico però se paragoniamo il bisogno di vino del Vaticano necessario per la Messa e il piccolo quantitativo di abitanti di questo minuscolo Stato.

Il Paese con il maggior numero di vitis vinifera al mondo è l'Italia
Grazie alle sue oltre 350 varietà, il nostro Paese è primo al mondo per varietà di vitis vinifera. Il Montepulciano, il Sangiovese e il Cataratto bianco sono i vitigni più coltivati in Italia.

E in cucina ? Il vino è un ingrediente
Fin dai tempi antichi il vino, sia bianco che rosso, è stato utilizzato in cucina principalmente per i seguenti scopi: marinare la carne, che grazie al vino s'intenerisce, aromatizzare i piatti durante la loro cottura, come si fa ad esempio col risotto, per le scaloppine al vino bianco, o nel brasato e per far lievitare la pasta.

giovedì 10 novembre 2016

... perchè bere vino rosso, con moderazione, fa bene!

Un bicchiere di vino rosso al giorno può essere molto utile per la nostra salute. Ma ricordate, sempre con moderazione ed equilibrio. Un bicchiere al giorno di questo portento naturale dal sapore incantevole accompagnerà i vostri piatti e migliorerà notevolmente il vostro benessere.
Come?!?

1. Un alleato per perdere peso

Sapevate che il vino rosso è ottimo per aiutarci a perdere peso? Questa bevanda, infatti, possiede una proprietà molto speciale: attiva un gene che impedisce la formazione di nuove cellule grasse e, inoltre, stimola quelle già esistenti per depurarle ed eliminarle poco a poco. Per dimostrarlo, il Massachussetts Institute of Technology ha condotto vari studi e ne ha pubblicato i risultati recentemente.
Tuttavia, per vederne gli effetti sulla vostra silhouette, ricordate che non bisogna berne più di un bicchiere al giorno. Ovviamente, i risultati saranno maggiormente visibili se abbiniamo quest’abitudine ad una dieta equilibrata e priva di grassi.

2. Potenzia il nostro cervello

Il vino rosso è ottimo per migliorare i nostri processi cognitivi. Come è possibile? Esistono molti studi che dimostrano che bere del vino in maniera moderata, ma costante, previene la demenza e le malattie degenerative del cervello.
Cura le infiammazioni, previene l’aterosclerosi e, inoltre, impedisce la coagulazione, migliorando così il flusso sanguigno. È davvero favoloso.

3. Cura le infezioni delle gengive

Se siete tra quelle persone alle quali, per esempio, sanguinano le gengive, non pensateci due volte e accompagnate i pasti con un bicchiere di vino rosso. L’uva, infatti, presenta alcuni composti che, una volta fermentati nel vino, hanno la capacità di prevenire la comparsa di streptococchi e batteri che causano le carie, oltre all'essere molto efficaci contro la gengivite e persino il mal di gola.

4. Combatte la stanchezza

È curioso, non vi pare? Un nuovo studio pubblicato sul The FASEB Journal ha dimostrato che il resveratrolo presente nell’uva combatte la debolezza in quei giorni in cui siamo più apatici o stanchi. Vale la pena ricordarlo.

5. Aumenta le endorfine

Ricordate: bevete con moderazione per potervi godere appieno i benefici del vino rosso, sano e delizioso. Quando beviamo del vino, liberiamo le endorfine nel nostro organismo, il che ci fa rilassare e godere l’attimo. Uno studio in materia è stato condotto dall’Università della California. Non dimenticate che il vino, abbinato a certi alimenti e piatti, ne esalta il sapore facendoci gustare meglio il cibo. Lo sapevate?

6. Ripulisce la bocca

Si tratta di un fatto curioso, ma vero. Bere del vino rosso quando mangiamo, grazie alle sue proprietà astringenti, aiuta a percepire i sapori in maniera più intensa. Riduce il sapore del grasso se mangiamo della carne e ci dona una sensazione davvero gratificante, perché ripulisce la nostra bocca. Un dettaglio da ricordare per convincerci ancora di più dell’utilità dell’accompagnare pranzo o cena con un bicchiere di vino rosso.


7. Ottimo per ridurre il colesterolo

Come ormai sapete, il vino rosso è un vero e proprio tesoro naturale ricco di polifenoli (tra i quali il salutare resveratrolo), delle sostanze chimiche ricche di antiossidantiche, secondo la Mayo Clinic, ci aiutano a prenderci cura dei vasi sanguigni, poiché prevengono la formazione di coaguli e riducono il cosiddetto colesterolo “dannoso”.

8. Eccellente per la salute del nostro apparato cardiovascolare

Oltre ai polifenoli citati prima, il vino rosso è ricco di vitamina E, la quale aiuta a ripulire il sangue, prevenire i coaguli e proteggere i tessuti dei vasi sanguigni. Un solo bicchiere di vino può quindi migliorare notevolmente la salute del nostro apparato cardiovascolare.

9. Ottimo antiossidante

Il vino rosso è un ottimo antiossidante. Un rimedio naturale capace di bloccare, per esempio, la crescita delle cellule che causano il cancro al seno o ai polmoni. Una delle sue proprietà migliori è proprio l’azione del resveratrolo che impedisce che l’estrogeno si sviluppi in problemi di gravi nelle donne.

10. Combatte le infezioni urinarie

Grazie alle sue proprietà antiossidanti e astringenti, il vino rosso previene l’adesione dei batteri alla vescica e, inoltre, migliora il filtraggio e la depurazione di questi organi.

Come dicevamo, basta un bicchiere di vino rosso al giorno per ottenere tutti questi benefici. Non dimenticatelo!

martedì 8 novembre 2016

Polenta e Tapulone

Bè... e come iniziare se non parlando di "mangiare"?!

Oggi vi presentiamo un piatto tipico della nostra tradizione culinaria:
"Polenta e Tapulone" ... un piatto che in autunno compare su tutte le nostre tavole accompagnato ovviamente da un bicchiere di buon Nebbiolo!

Il nome "tapòlon" deriva da una variante locale del verbo piemontese "ciapulè" che significa tritare, affettare finemente,tagliuzzare.

Origini

Secondo una leggenda la ricetta sarebbe stata creata da tredici pellegrini affamati che, di ritorno da una visita al santuario di San Giulio d'Orta, si fermarono nel luogo ove oggi sorge Borgomanero. Avendo ormai esaurito le provviste alimentari essi cucinarono un asinello al loro seguito. Per attenuare la durezza delle carni dell'animale queste furono spezzettate finemente e cotte a lungo nel vino. La pietanza piacque così tanto alla compagnia da convincerla a stabilirsi definitivamente nel luogo del pasto, dove fu fondato un villaggio che costituì il nucleo dell'odierna Borgomanero.
Storicamente il piatto è legato all'utilizzo dell'asino come mezzo di trasporto il quale a fine carriera, nonostante la durezza delle carni, poteva ancora rappresentare una preziosa fonte di cibo per i propri padroni.

Ingredienti

polpa di asino tagliata finemente a coltello o tritata grossa;
aglio e/o cipolla;
olio e/o lardo;
vino rosso;
lauro, erbe aromatiche, sale e pepe, chiodi di garofano.

Preparazione

Si parte facendo soffriggere l'aglio e/o la cipolla con le erbe aromatiche a fuoco vivo nell'olio, con l'eventuale aggiunta di lardo. Quindi si aggiunge la carne con sale, pepe e chiodi di garofano proseguendo la cottura a fuoco vivo per qualche minuto. Dopodiché si aggiunge il vino rosso abbassando la fiamma e dopo circa un'ora di cottura il piatto può essere servito. La consistenza deve comunque risultare piuttosto morbida e sugosa.
l tapolòn viene di solito consumato come accompagnamento per la polenta o la purea di patate oppure spalmato su fette di pane abbrustolito.

Abbinamenti
Si può abbinare ad un vino rosso fermo, eccellente se abbinato ad un Nebbiolo DOC Colline Novaresi Cantina Fontechiara! :-)


... buon appetito!!!

... ci presentiamo!

... ciao a tutti e benvenuti sul nostro blog "Vino e altri rimedi".
Proveremo a scrivere e parlare di vino, senza sofisticate ed inutili parole, senza tecnicismi ma semplicemente come se ne parla tra amici, tra un sorso 
e l'altro.
Curiosità, approfondimenti, notizie, abbinamenti, e ancora storie, ricette 
e leggende... tutti articoli legati da un unico filo conduttore: IL VINO!

... e allora non ci rimane che iniziare... seguiteci!!!!