venerdì 18 novembre 2016

"... sa di tappo?"

"Se un tappo sa di tappo, il vino sa di tappo; 

se un tappo sa di vino, il vino sa di vino"

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Molto spesso il problema è proprio nel sughero, o meglio in un particolare fungo presente all’interno di questa sostanza naturale capace di rovinare il vino. 
A tal proposito siete quindi autorizzati a irridere tutti coloro, e sono tanti, che continuano a millantare sentori di sughero anche quando si apre una bottiglia sigillata con un tappo sintetico.
In realtà un epic fail di questo tipo si presta a una serie di altre considerazioni. Esiste un ampio ventaglio di cattivi odori e sapori all’apertura di una bottiglia che non può essere ridotto alla dicotomia “sa di tappo”, “non sa di tappo”. 
Ad esempio, il vino può assumere sentori simili a quelli “di tappo” in seguito al passaggio all’interno di botti e barriques costruite con legno di scarsa qualità o mal stagionato: in questo caso soltanto un enologo esperto sarebbe in grado di percepire la differenza. 
Attenzione poi alla sterilizzazione dei tappi con l’uso di perossidi: se un residuo di questi composti entra in contatto con l’anidride solforosa aggiunta durante l’imbottigliamento può causarne l’ossidazione, generando un odore e un sapore simili al gusto “di tappo” anche quando il sughero è perfettamente sano.
Spesso all’origine di un’alterazione del vino vi sono la superficialità e l’inefficienza: tubature e pompe di travaso non perfettamente igienizzate e tappi conservati in ambienti umidi sono due esempi di negligenza che possono costare cari. Molto frequenti sono anche i sapori di terra o di muffa, causati dall’utilizzo di uve non in perfette condizioni sanitarie.
In sostanza è bene ricordare che le origini dell’anomalia comunemente catalogata come “odore di tappo” sono molteplici, così come molteplici sono le soluzioni, che però dovrebbero avere tutte lo stesso comune denominatore: la ricerca della qualità in ogni componente e in ogni fase della produzione e della preparazione di un vino.

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